Azerbaijan: una strada, 34 km di futuro, lungo la via della seta.
Nell’ambito del Third Highway Azerbaijan Project, l’Ente Gestore della rete stradale Azera, la Azeravtoyol, ha affidato a NET Engineering lo Studio di Fattibilità della tratta stradale Shamakhi-Agsu, lungo il corridoio strategico che collega il Mar Caspio alla Georgia, nell’area pre-caucasica dell’Azerbaijan.
Lo studio è stato finanziato dalla Wold Bank e dall’International Development Association (IDA), e si colloca nel più ampio contesto di investimenti lungo la cosiddetta via della seta, la grande via che nei secoli ha portato nel bacino mediterraneo cultura, merci, spezie, ricchezza, e che oggi rappresenta un elemento sensibile nello scacchiere geopolitico asiatico.
L’opera si inserisce in un contesto territoriale particolarmente delicato dal punto di vista geomorfologico, rappresenta un elemento centrale per lo sviluppo economico locale ed è un tassello significativo per lo sviluppo regionale, costituendo un potenziale volano di crescita per una zona rurale, a vocazione anche turistica, che oggi versa in uno stato di sottosviluppo rispetto alle aree urbanizzate del paese.
“Era il 2016, a Baku fervevano i preparativi per il primo Gran Premio di Formula 1, si asfaltavano le strade del circuito urbano, si lustravano gli ottoni degli hotel di lusso; nelle campagne di Shamakhi, a meno di 200 km di distanza, i bambini pascolavano le capre e i loro genitori portavano a vendere mele percorrendo strade fangose, su per le montagne”.
Il nuovo collegamento stradale è stato concepito con l’obiettivo di eliminare l’ultimo collo di bottiglia del corridoio stradale M4, il più complesso, il più sfidante: 34 km di strada stretta, che si arrampica sulle pendici argillose del pre-caucaso, instabili, soggette a frequenti sismi, con tornanti stretti, esposti a erosione e smottamenti frequenti. 34 km non accessibili al traffico pesante, che attraversa una zona a forte valenza turistica, naturalistica e culturale.
La città di Shamakhi si trova adagiata su un vasto altopiano caratterizzato da un terreno collinare, destinato a coltura della vite e al pascolo.
La città di Agsu si trova circa 700 metri più in basso, nella grande pianura alluvionale del fiume Kura. Oltre, l’Iran. Nel mezzo, una lunga scarpata argillosa, solcata da strette valli con pendii ripidi e costolati: i calanchi.
“Shamakhi era la vecchia capitale del Governatorato dell’Azerbaijan nell’impero Russo, fino al terribile sisma del 1859 che distrusse la città e dopo il quale la capitale fu trasferita a Baku”
Il progetto si è articolato in due fasi distinte. La prima fase ha avuto l’obiettivo di scandagliare tutte le possibili alternative di tracciato che potessero verosimilmente collegare Shamakhi ad Agsu, compresa la cosiddetta “opzione 0”, la riabilitazione del tracciato esistente. 10 diverse alternative, 10 tracciati differenti per caratteristiche geometrico-funzionali, per opere d’arte necessarie (viadotti, ponti, gallerie), per vincoli dati dal territorio, costi, opportunità. L’analisi, ampia e complessa, ha portato a individuare tre alternative “fattibili”, meritevoli di approfondimento.
La seconda fase ha quindi approfondito le analisi per le tre alternative, sulla base di indagini aggiuntive, geologiche e geotecniche, valutazioni ambientali, stime relative alla domanda di spostamento e agli impatti sulla mobilità.
Dal confronto con i tecnici della World Bank, sono emerse inoltre le esigenze di valutare la condivisione del progetto con la comunità locale, l’approfondimento degli impatti sulle testimonianze della cultura, della religione, dell’arte.
“È stato necessario il supporto di un esperto nei comportamenti delle tartarughe, che popolano quelle terre e per le quali la costruzione di un asse stradale costituirebbe un impatto rilevante”
“È stato stimolante confrontarsi con i rappresentanti locali per comprendere i loro fabbisogni e le dinamiche sociali che un progetto di tale portata può scatenare. Abbiamo studiato con dettaglio la posizione degli svincoli lungo il tracciato, che di fatto costituiscono per i villaggi le “porte di accesso” a territori finora considerati lontani”
L’attività ha presentato sfide importanti, superate con soluzioni mirate: l’introduzione di sistemi operativi di progetto e strumenti innovativi integrati a metodologie tradizionali; l’adattamento delle soluzioni proposte alla reale capacità tecnica delle imprese locali; la costruzione di un rapporto armonico e di fiducia reciproca, con il cliente e la World Bank, attraverso una costante presenza sul territorio e una comunicazione continua, azioni che hanno permesso di sviluppare un percorso condiviso nonostante visioni, metodi, background talora molto diversi. L’approccio dell’ingegneria di sistema tipico di NET Engineering ha consentito ad Azeravtoyol di analizzare le esigenze di mobilità attuali e future, di fornire una risposta coerente e di verificarne la sostenibilità ambientale, economica, finanziaria e sociale.
Lo sviluppo del progetto ha permesso di comprendere quanto un collegamento stradale possa contribuire al cambiamento di aree depresse,
richiedendo ai project manager di NET Engineering di valutare alternative di tracciato non solo in base a vincoli tecnici e orografici, ma anche in base alle opportunità di collegamento tra villaggi oggi abbandonati e scarsamente connessi. La strada diventa, così, elemento che garantisce l’accesso all’istruzione; il sostentamento delle famiglie, che possono raggiungere più agevolmente i mercati locali, lo sviluppo del turismo, con una rafforzata relazione da e verso la capitale Baku.
Le zone d’intervento, per quanto disagiate, sono state toccate con mano (e “camminate a piedi” per lunghi tratti più volte), al fine di avere elementi solidi sui cui impostare lo studio delle macro alternative e della scelta del tracciato. Un’esperienza diretta sul campo, di carattere professionale e umano, che ha messo i progettisti di NET Engineering davanti a scenari inattesi e a momenti di grande emozione, creando un filo invisibile, fatto di stima, sintonia e complicità.