Garantire la sicurezza del patrimonio infrastrutturale.
In Italia, il tema delle indagini e delle verifiche sismiche di edifici ed infrastrutture iniziò ad attirare l’attenzione di esperti e legislatori solo alla fine del 2002, dopo che il terremoto del Molise causò il crollo catastrofico di una scuola.
Quasi sedici anni dopo, nell’estate del 2018, il caso del Viadotto Polcevera – noto anche come ponte Morandi – obbligò alla rapida approvazione di nuove normative relative anche all’idoneità statica delle opere d’arte esistenti.
Occuparsi di verificare la vulnerabilità sismica e l’idoneità statica dei ponti significa non solo effettuare un lavoro di diagnosi delle opere esistenti, ma anche imbattersi in una varietà di modalità costruttive, materiali e tempi di realizzazione. Significa cercare di ricostruire il vissuto di ogni infrastruttura, che nessuno conosce. Significa destreggiarsi tra progetti originari, disegni e relazioni – talvolta del tutto superate – e accertarsi della rispondenza tra quanto dichiarato e quanto si trova sul campo. Nel nostro Paese capita, infatti, di ispezionare molto più spesso ponti costruiti nei primi anni del ‘900 o nel secondo dopoguerra,
piuttosto che in tempi più recenti. A valle del crollo del ponte Morandi, è iniziato un lavoro di censimento e monitoraggio delle infrastrutture esistenti, il quale ha quantificato in circa il 50% dell’intero patrimonio nazionale l’ammontare di strutture non adeguate sia in termini di manutenzione, sia di capacità resistive sufficienti a soddisfare le normative nazionali vigenti.
Un discorso diverso meritano – almeno in parte – i ponti e i viadotti ferroviari, già da tempo soggetti a verifiche relative all’idoneità statica.
Tra i primi in Italia
Proprio in questo ambito è maturata l’esperienza di NET Engineering che, già prima del 2018, aveva iniziato a condurre analisi strutturali statiche – e spesso anche sismiche – sulle infrastrutture ferroviarie, sviluppando una competenza tanto specifica, quanto pioneristica in Italia relativamente agli interventi su opere esistenti.
Sino ad oggi, NET Engineering ha fornito servizi di valutazione di vulnerabilità sismica e di idoneità statica ai carichi d’esercizio secondo il nuovo quadro normativo a diversi gestori di infrastrutture stradali e ferroviarie italiani, per un totale di oltre 200 opere d’arte analizzate.
L’esperienza che NET Engineering ha maturato in questo ambito e il costante confronto con il Consorzio FABRE – che dal 2020 promuove e coordina la ricerca per la valutazione e il monitoraggio di ponti, viadotti e altre strutture – hanno permesso lo sviluppo di una expertise puntuale nell’analisi delle opere.
Sulla base delle tipologie strutturali e dello stato di conservazione delle infrastrutture o degli edifici, è possibile predisporre i piani delle indagini geotecnico-strutturali e le opportune ispezioni in-situ, per definire consapevolmente i livelli di conoscenza e i fattori di confidenza sui quali basare le analisi e tarare i criteri di verifica.
Innanzitutto, si procede con lo studio degli ammaloramenti, a partire dal quale si forniscono indicazioni su quali aree specifiche di ogni infrastruttura dovranno essere sottoposte a indagini.
Oggi sono, infatti, disponibili strumenti sofisticati che permettono di ottenere una vera e propria radiografia delle opere. L’uso dei droni, inoltre, permette di percepire le criticità anche in aree difficilmente accessibili, rendendo possibili interventi ad hoc.
A seguito dell’attività di interpretazione dei dati forniti dalle indagini e di tutte le analisi previste dal nuovo quadro normativo
(statiche o dinamiche, lineari o non-lineari), si stabilisce lo stato di salute e si stima la resistenza strutturale dell’opera e si valutano – di concerto con il cliente – le modalità di intervento più adeguate, al fine di garantirne il miglioramento o l’adeguamento per azioni sismiche e statiche. È certo che la conservazione delle opere esistenti è molto più sostenibile della loro demolizione e costruzione ex-novo. Allo stesso tempo è fondamentale avere inteso ed accettare che, firmare un progetto nel quale si dichiara l’idoneità di un’infrastruttura a svolgere la propria funzione per un ulteriore periodo, significa assumersi enormi responsabilità civili e penali poiché, di fatto, si accetta l’onere di una conoscenza parziale dell’opera relativamente al periodo trascorso e delle azioni di manutenzione e monitoraggio non attuate nel passato.
Si tratta di una responsabilità che necessita coscienza e consapevolezza perché riguarda la sicurezza e l’efficienza del nostro patrimonio infrastrutturale, affinché possa continuare a essere fruito nel rispetto delle norme.